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restò a Napoli sino al febbraio del 1860, e nel 1858 sposò Maria de Bray, figlia del ministro di Baviera alla Corte di Pietroburgo e della principessa Ippolita Dentice di Frasso. Imparentato strettamente coi Dentice, coi Bugnano e altre famiglie dell’aristocrazia, Gropello continuò ad essere l’enfant gaté del mondo elegante e l’amico dei liberali del patriziato, e dell’alta borghesia, quali Camillo Caracciolo, Giovanni e Maurizio Barracco, Cesare e Alfonso Casanova, Carlo e Luigi Giordano, Atenolfi, D’Afflitto, Gallotti, Antonacci e i fratelli Pandola, Antonio Capecelatro e molti altri. Era anche suo intimo Giuseppe Fiorelli. Frequentava il circolo frondista del conte di Siracusa, anche perchè la contessa era una Savoia di Carignano, ma in sostanza per non perdere i contatti con quel gruppo rispettabile del partito liberale. Il Gropello dava le notizie della guerra di Crimea, smentendo le false voci di sconfitte degli alleati, e magnificandone le vittorie. Il tramite più operoso era Alfonso Casanova, come risalta dalle sue lettere. Il consolato sardo faceva più aperta propaganda, distribuendo manifesti e giornali, a preferenza il Corriere Mercantile e rilasciava passaporti a quanti volevano emigrare in Piemonte. Il console generale era il Fasciotti, morto senatore, dopo essere stato prefetto di Bari e di Napoli. La legazione e il consolato di Sardegna avevano sede alla Riviara, la prima al palazzo Ottaiano, al numero 127, e il secondo al palazzo d’Avalos. Villamarina, giunto nel febbraio del 1860, andò a stare al palazzo Strongoli, e nell’estate successiva, a Villa Tommasi a Capodimonte.

Il nunzio aveva sede nel suo palazzo, in piazza della Carità; il ministro d’Austria abitava il palazzo Strongoli alla Riviera; i ministri di Francia e di Russia alla Ferrandina; Temple, al palazzo Policastro; Bermudez, al vecchio palazzo Esterhazy alla Riviera, e al palazzo Francavilla, l’incaricato interino di Svezia e Norvegia. La Turchia accreditò negli ultimi tempi come incaricato di affari il dottor Spitzer, ammogliato ad una giovane signore tedesca molto bella. Era stato medico del Sultano, che in ricompensa lo mandò a Napoli. A Costantinopoli ere incaricato di affari Edoardo Targioni, già ufficiale di ripartimento al ministero, e che fu balzato in diplomazia nel 1848 dal marchese Dregonetti. Introduttore degli ambasciatori era don Alfonso d’Avalos, marchese di Pescara e Vasto. che aveva una specialità, quella che, pur avendo nel suo ma-