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il suo elegante stage-coach, al quale erano attaccati dodici superbi cavalli inglesi; dava frequenti pranzi, serviti secondo il costume inglese con profusione di vini eccellenti. Aveva la smania di mostrarsi inglese in tutto, dalle scuderie e dagli equipaggi ricchissimi, alle profumerie, che largamente adoperava, ai mobili e alle argenterie. Sposò una vedova principessa di Partanna, che aveva una figlia, la marchesa Sessa e un figlio, Salvatore Grifeo, il quale come incaricato d'affari succedette nel 1859 al conte Ludolf in Baviera. Ma la Petrulla non andò mai a Vienna.

Il Petrulla corrispondeva direttamente col Re in questo modo curioso: ai rapporti univa lettere riservate, imponendo al Carafa, col quale aveva vecchie ruggini, di consegnarle al sovrano. Così egli era sicuro che tutto il carteggio sarebbe caduto sotto gli occhi del re, il quale, pur non dandogli sempre retta, mostrava di aver fiducia in lui. Il Petrulla avrebbe voluta un'unione concludente fra il regno di Napoli, l'Austria la Russia, a garenzia del domani. Quasi tutti i lavori della legazione, anche i più intimi, erano da lui affidati a certo Visslonek, giornalista polacco d’incerta fama. Petrulla mutò varii aggiunti di legazione; ebbe, tra gli altri, Giorgio di Brocchetti, Ulisse di Barbolani e il duca di San Martino di Montalbo.

Giorgio di Brocchetti, fratello del comandante di marina, era uno dei più eleganti giovani diplomatici. Ballerino famoso e famoso direttore di cotillons, invano si riconoscerebbe oggi sotto l’umile veste di prete dell’Oratorio. Dopo il suo ritorno da Vienna, entrò a prestar servizio nel ministero degli affari esteri e vi stette fino al gennaio del 1859. Il primo febbraio di quell’anno, si fece frate, ed oggi onora, con la pietà e gli studii, l’ordine di San Filippo. Ricorda, non senza compiacenza, che in una delle brevi assenze del Petrulla da Vienna, egli, il Di Broochetti, annunziò pel primo al governo napoletano il fidanzamento dell’Imperatore d’Austria che aveva ventitre anni, con la sua cugina Elisabetta di Baviera che ne contava appena sedici, ed era di maravigliosa bellezza. Fu un matrimonio di passione. In una festa ad Ischl, l’Imperatore ballò con lei tutta la sera e le offrì dei fiori; e l'indomani la condusse innanzi al prete che ufficiava nella cappella della villa, e inginocchiatosi all'altare, disse: Mon père, voici ma fiancée, benis-