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innalzati dal suffragio popolare, coadiuvato dalle trappolerie dell’urna. Allora, sia detto per la verità, in essi non c’era secondo fine, ma facevano anche meno; o meglio, non prestavano quasi altra opera, che quella di ufficiali dello stato civile. Oggi sono aboliti.
Intendente della provincia di Napoli era don Carlo Cianciulli, che il Re soprannominava 'o trommone dell’acquaiuolo,1 perchè dondolava costantemente la testa. L’Intendenza, ora Prefettura, aveva sede a Monteoliveto. Era segretario generale Carlo Colombo, e v’erano dieci consiglieri d’Intendenza, dei quali, quattro titolari e sei soprannumeri. L’intendente non aveva che uffizio amministrativo, nè si mescolava di politica, essendovi per la politica un ministero di polizia, con la prefettura di polizia, affidata quasi sempre a un alto magistrato. In quegli anni vi ere preposto Pasquale Governa, col segretario generale Silvestri; poco prima l’aveva tenuta il Sarlo. Il ministero di polizia aveva quattro ripartimenti ben distinti; e la prefettura tre, con uno sciame di commissarii, ispettori, ispettori-aggiunti e cancellieri.
Dei birri di più sinistra fama, il Morbilli, un nipote del quale era morto il 15 maggio sulle barricate combattendo contro gli Svizzeri, era commissario a Montecalvario; De Spagnolis, all’Avvocata; Campagna, al Mercato e a Porto; Lubrano, alla Vicaria; Condò, a San Ferdinando. Il Morbilli e il Campagna, celebri entrambi ed entrambi calabresi, erano più temuti. L’uno e l’altro erano, come si diceva allora, commissarii di primo rango e onnipotenti nel proprio quartiere. Rileggendo, dopo tanti anni, le attribuzioni della polizia nell’ultimo decennio borbonico, non si può non riconoscere la verità di quanto fu asserito, essere la polizia la maggiore e più potente istituzione del Regno. Persino gli scavi di antichità, le bande musicali, il corso pubblico, le strade ferrate, il censimento, l’archivio, il telegrafo, il giornale ufficiale, il contrabbando, l’introduzione dei cavalli dall’estero, gli studenti, le scuole e la posta, per quanto concerneva vigilanza e spionaggio, il riconoscimento dei diplomatici e degli agenti consolari, le reali riserve, le guardie d’onore, le prigioni e perfino le farmacie dipendevano dalla polizia. Essa
- ↑ Il recipiente di latta, rivestito di legno, nel quale gli acquafrescai di Napoli raccolgono l’acqua colla neve, e per iscioglierla, lo mandano su e giù, è detto nel linguaggio dialettale: trommone (Trombone).