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il Gambrinus, a due passi dalla Reggia, un’altra, più grande ancora, al largo della Pignasecca. Foria, per gli acquazzoni non infrequenti di primavera e di autunno, diveniva un torrente impetuoso, che travolgeva persone e bestie, ed era chiamato "lava dei Vergini„ perchè l’acqua veniva giù da quelle colline. A Ferdinando II bastò aver consigliato il sindaco a collocare sulla strada un ponte mobile di ferro e uno di legno per passare da una parte all’altra, quando infuriava la piena; e così restarono le cose sino al 1859. Nè fu prima degli albori del nuovo Regno, che furono gettati due ponti nuovi in ferro, ma l’incanalamento non venne compiuto prima del 1869, sotto il sindacato di Guglielmo Capitelli. Le attribuzioni del Decurionato erano determinate dalla legge del 12 dicembre 1816 e dal decreto 22 marzo 1839. La città era un letamaio; e quando fu visitata dal colera, non soltanto la popolazione, ma il re riteneva non essere il morbo alimentato dal luridume, ma da contagi misteriosi. Ferdinando II aveva comuni con la parte infima del suo popolo i pregiudizii e le paure. In tempo di epidemie, egli colla Corte si rifugiava a Caserta, o si chiudeva a Gaeta, avendo un vivace sentimento di disprezzo per Napoli, che chiamava casalone ed abbandonava a se stessa.

Ricordo fra i Decurioni di quegli anni: Francesco Spinelli, che poi fu sindaco nei nuovi tempi e senatore del Regno; Michele Praus, che fa deputato di sinistra; il barone Carlo Tortora Brayda, insigne magistrato; il principe di Castagneta, Nicola Caracciolo, padre di Gaetano, senatore del Regno; i celebri medici Rosati e Ramaglia; l’ingegnere Maiuri, uomo di molto valore tecnico; don Antonio Fabiani, avvocato, professore di procedura civile e suocero di Agostino Magliani. Era eletto a San Ferdinando Michele Gaetani d’Aragona, il quale più tardi fu sottointendente, e nel 1860 era a Formia. Anche Francesco Dentice d’Accadia, Eletto al quartiere Stella, divenne più tardi sottointendente, e lo era divenuto qualche anno prima il principe di Acquaviva, che nel 1856 successe a Giuseppe Colucci a Cittaducale.1 Sindaco ed eletti formavano l’"Eccellentissimo Corpo della città di Napoli„ ed erano nominati dal re cittadini di molta probità e nobili parecchi; oggi, invece, sono tutti

  1. Nella prima edizione riportai i nomi di tutti gli Eletti ed Aggiunti di quegli anni.