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— Non la toccherai! Io amo la tua rivale e voglio farla mia, dovesse andar di mezzo la mia e la tua vita.

— Tu! tu ami la mia rivale!

— Sì, io l’amo, io l’adoro e tanto che senza di lei non potrei vivere.

— Tu ami una spregevole almea!

— È bella come un urì del paradiso di Maometto e più superba di te.

Elenka si slanciò su di lui e l’afferrò per le braccia con tal forza da strappargli un grido di dolore.

— Ma io l’odio, l’odio, la esecro questa almea! urlò ella.

— E io l’amo, l’adoro! urlò Notis.

— Vuoi adunque che ci facciamo la guerra? Io sarò senza pietà.

Il greco le mostrò i beduini che stavano osservandoli appoggiati indolentemente ai loro moschettoni.

— Basterebbe un mio cenno per fiaccare Abd-el-Kerim, le disse. Tu sei pazza, Elenka, e io più pazzo di te per suscitare simili questioni inutili. Tu vuoi Abd-el-Kerim e io te lo cedo; io voglio Fathma e io l’avrò.

— Hai ragione, rispose Elenka, sforzandosi a sorridere, noi siamo pazzi. Che devo fare ora? Io voglio vedere Abd-el-Kerim, conducimi da lui adunque e lascia a me la cura d’affascinarlo come l’affascinai a Chartum.

— Adagio, sorella, andiamo adagio, disse Notis con un fare misterioso. Tu sai già in qual modo Abd-el-Kerim fu rapito e come egli mi creda morto da un bel pezzo. Lo sceicco Fit Debbeut lo rinchiuse nel sotterraneo fingendosi un amante di Fathma e dicendogli che l’avrebbe fatto morire di fame. È giusto quindi che tu sii capitata fra queste ruine per puro caso o dietro ad un semplice indizio e che assumi l’aria di una liberatrice anzichè di una affascinatrice. Ti pare?

— Satana stesso non sarebbe stato capace d’architettare un piano migliore.

— Grazie, sorella, rispose Notis ridendo. Tu adunque scenderai nel sotterraneo in compagnia di due