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le mani. È proprio vero che quel traditore di Abd-el-Kerim l’ha definitivamente rotta con mia sorella Elenka? Eppure mi pareva innamorato alla follia; eppure aveva giurato di farla sua e giurato non su Allah, ma sul Corano. Traditore e spergiuro adunque, quest’arabo del demonio!.. Maledetta Fathma, sei stata la causa di tutte le mie disgrazie!
«Ma Notis è forte e tremendo nelle sue ire e nelle sue vendette, e per quanto io ami quell’almea, mi vendicherò, ma ben terribilmente. Va, Fathma, abbandonati nelle braccia di quello spergiuro che ingannò mia sorella; disprezzami fin che vuoi, ma io ti schianterò il cuore, oh sì, te lo schianterò. Se non fosse un barlume di speranza che ancor mi trattiene, la speranza che Abd-el-Kerim abbia a tornare ai piedi di Elenka, lo assassinerei questo mio rivale!
Egli si assise dinanzi l’apertura della grotta spiando attentamente il campo egiziano per rendersi conto di quanto succedeva.
Di quando in quando uscivano lunghe file di egiziani carichi dei loro sansemieh di pelle di capra che andavano a empire ai pozzi d’Hossanieh e dietro a loro schiere di asini coi boricchieri che trottavano ai loro fianchi emettendo il lamentevole loro haaahh per animarli, squadroni di basci-bozuk che si esercitavano a manovrare sui terreni malagevoli e compagnie di soldati che marciavano in qua e in là formando di spesso i quadrati, come se si trattasse di sostenere una canea di arabi Abu-Rof.
Mille rumori venivano dal campo in mezzo ai quali risuonava la stridula voce degli acquaiuoli che gridavano incessantemente, moja! moja! (acqua! acqua!) e quella nasale dei muezzin.
D’improvviso Notis si levò in piedi come spinto da una molla, emettendo una bestemmia.
Aveva visto un ufficiale uscire dal campo e dirigersi verso Hossanieh e precisamente verso la casupola di Fathma.
— Ah! esclamò con indefinibile accento d’odio. Sei tu Abd-el-Kerim! Va a trovarla pure quell’altera