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Aveva appena terminato di leggere, che al suo fianco scoppiava una fragorosa detonazione. Si volse precipitosamente e mandò un acutissimo grido. Abù-el-Nèmr giaceva per terra colla testa sfracellata, stringendo ancora nella dritta la fumante pistola colla quale si era suicidato.

— Abù-el-Nèmr! gridò egli singhiozzando e inginocchiandoglisi accanto.

Il guerriero aprì gli occhi; un amaro sorriso increspò le sue labbra insanguinate. Cercò di sollevarsi, ma non vi riuscì; allungò le braccia e strinse convulsivamente le mani dell’amico.

— Muoio... felice!... rantolò egli. Perdonami... Ho amato... Fathma... Tutto... tutto è... finito... Ad...dio... amico!...

Uno sbocco di sangue gli soffocò l’ultima parola. Un fremito agitò il suo corpo, poi s’irrigidì. Abù-el-Nèmr aveva cessato di vivere1.



FINE.


  1. Quando Shendy fu espugnata dai ribelli, il Mahdi rivide Fathma ed Abd-el-Kerim, ma aveva ormai a loro perdonato e non fece male alcuno. Anzi innalzò Abd-el-Kerim al grado di sceicco, lasciandogli la libertà di ritirarsi in quella città che meglio gli convenisse.