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— Ah! Tu hai questo progetto!

— Sì, lo ho, e ti giuro su Allàh, Abù-el-Nèmr, che io lo compierò: è la missione impostami da Dio. Sarà là che io abbatterò il Sultano dei turchi; sarà là che lancieremo la scintilla destinata a sollevare a ribellione tutti i popoli maomettani; sarà là che noi sfideremo la potente Europa che deride, che perseguita, che cerca di schiacciare, noi, arabi. Coll’aiuto di Allàh e col nostro valore, noi assorbiremo ed Europa, ed Africa e Asia.

— Il progetto è bello, superbo. Ma riusciremo noi?

— Si riuscirà. Lo sento.

Ad un tratto la fronte di Ahmed s’oscurò e un profondo sospiro gli uscì dalle labbra. Lo sceicco lo guardò con sorpresa.

— Che hai, Ahmed? gli chiese. Forse che qualche presentimento ti ha morso il cuore?

— No, mormorò il Mahdi.

— E allora?...

Ahmed lo guardò in silenzio per alcuni istanti, poi gli si avvicinò e prendendogli strettamente le mani gli disse con impeto selvaggio:

— Ne hai udito parlare tu?

— Di che? chiese lo sceicco.

— Di quella donna che io ho tanto cercato, di Fathma infine.

Lo sceicco trasalì. Parve sorpreso e insieme sgomentato. Non seppe cosa rispondere a quella brusca interrogazione che forse era mille miglia lontano dall’aspettarsi.

— Mi hai compreso? gli chiese Ahmed.

— Sì, ti ho compreso, balbettò Abù-el-Nèmr

— Ebbene, hai saputo nulla di lei?

— No, no, nulla... assolutamente nulla!

— Maledizione!

— Hai forse saputo... dove sia?

— Se l’avessi saputo a quest’ora sarebbe nelle mie mani. L’ho cercata per ogni dove, ho interrogato mille persone e senza frutto. Speravo che tu mi recassi qualche notizia.