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— Io!...
— Sì, l’hai salvato questa mane facendogli combattere un leone a cui avevi dato da bere un filtro.
— Perdio! tuonò Ahmed, balzando in piedi. È lui quest’uomo? È lui questo amante della mia favorita?
— Sì, è proprio lui, l’arabo Abd-el-Kerim.
Ahmed si morse le dita rabbiosamente, poi si avvicinò al beduino che sogghignava e lo scrollò furiosamente.
— Non ingannarmi.
— Perchè ingannarti?
— Ma sai che non ti credo? Tu odi quell’uomo e vuoi perderlo.
— Sicuro che l’odio, ma ti giuro che dico la verità.
— Lo giureresti sull’Alcorano!
— Lo giurerei.
Ahmed si slanciò verso la tenda e tornò subito con un libro dalle pagine d’oro sulle quali vi erano incisi dei versetti. Era il libro sacro dei maomettani, il Corano.
Questo Corano chiamato più comunemente Alcorano, oppure Al Torkan, Al Dhikr o anche Al Kitab è il codice fondamentale delle leggi sì civili come criminali dei maomettani. Esso è una collezione di tutti i frammenti che Maometto, durante il tempo della sua supposta missione, promulgò successivamente come tante rivelazioni del cielo, ciascuna parte delle quali, secondo i Mussulmani, fu scritta dinanzi al trono di Dio con una penna di luce, sulla tavola dei suoi eterni decreti e di cui una copia fu recata in terra e rivelata a Maometto dall’angelo Gabriele.
È diviso in 114 capitoli che portano la data della Mecca e di Medina, e sono chiamati questi capitoli sura. Furono raccolti da Said-ben-Thabet schiavo di Maometto e uniti in libro da Abù Bekr due anni dopo la morte del profeta avvenuta il XIII secolo dell’egira (652 anni avanti Cristo).
Sette sono i principali testi del Corano: due di Medina, uno della Mecca, uno di Cufa, uno di Bassora, uno di Siria e l’Alcorano volgare.