Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
321 |
— Sicchè anch’io morrò?
— No, io ti darò il mezzo di salvarti.
Abd-el-Kerim si gettò ai piedi di Ahmed mandando un grido di gioia.
— Odimi, disse Ahmed, rialzandolo. I miei guerrieri hanno la barbara abitudine di far sventrare i prigionieri condannati a morte, dai bufali o dai leoni. È bensì vero che armano il condannato d’una scimitarra, ma, come puoi immaginarti, difficilmente scampano alla morte. Se però ammazzano l’animale sono proclamati guerrieri e quindi posti in libertà.
— E così combatterò contro i bufali?
— No ti metterò di fronte un leone al quale avrò dato prima una bevanda che lo priverà della sua forza, che lo ubbriacherà. Ti sarà facile ucciderlo con un colpo di scimitarra.
— Ah! grazie! Ahmed!
— Come vedi, io ti salvo dalla morte, ma bisogna che tu diventi mio seguace, che mi adori e rispetti come adoravi e rispettavi Mohammed il primo profeta.
— Farò tutto quello che vorrai. E i mei compagni li salverai?
— È impossibile. Non ardirei tentarlo. Va, ora, ritorna fra i prigionieri e arrivederci a domani alla zeribak.
Battè le mani: due guerrieri entrarono inginocchiandosi dinanzi a lui.
— Conducete quest’uomo nella capanna dei prigionieri, disse a loro il Mahdi. Badate che se qualcuno lo tocca, lo insulta o lo percuote è uomo morto.
Un istante dopo Abd-el-Kerim e i guerrieri uscivano dal tugul di Mohammed ed entravano in quello dei prigionieri, sotto il quale, distesi per terra, strettamente legati, tremanti di spavento e d’angoscia stavano i tre egiziani.
Vedendo Abd-el-Kerim, uno di essi, il meno maltrattato, si alzò penosamente sulle ginocchia interrogandolo con uno sguardo lagrimoso.
— Siamo perduti, rispose l’arabo.
La Favorita del Mahdi. | 21 |