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Gli ufficiali correvano dappertutto dando ordini, formando le compagnie, i battaglioni e i reggimenti che si spiegavano formando un immenso quadrato ai cui lati galoppavano disordinatamente i basci-bozuk colle scimitarre sguainate e le pistole in pugno.
— Si parte? chiese Fathma arrestando un basci-bozuk che le passava vicino.
— Sì, rispose il turco.
— Tutti assieme?
— Tutti assieme.
— E Aladin pascià?
— Viene con noi,
— Dov’è Hicks?
— In mezzo al campo col suo Stato Maggiore.
— E O’Donovan?
— Sarà presso il pascià.
— Accorriamo, Omar, disse Fathma, congedando con un gesto il basci-bozuk.
Entrarono nel campo facendosi largo fra tutti quei soldati affaccendati ad arrotolare le tende, a caricarsi degli zaini, a bardare i cavalli, a trascinare i cannoni, a dispensare armi munizioni e raggiunsero lo Stato Maggiore in mezzo al quale stavano Hicks pascià discutendo vivamente col colonnello Farquhard. O’Donovan, che era nel gruppo, s’affrettò a correre a loro incontro conducendo tre cavalli bardati.
— By-good! esclamò egli. Credeva che vi fosse toccata qualche disgrazia e stavo per radunare alcuni basci-bozuk per venirvi a cercare... Sapete qualche cosa di Abd-el-Kerim?
— Sì, mio nobile amico, rispose Fathma. Sappiamo più di quello che speravamo.
— E dunque?
— È prigioniero dello scièk Tell-Afab che sta ora guerreggiando sul lago Tscherkela.
— Vivo allora?
— Sì, vivo, ma non per questo salvo.
— Che avete intenzione di fare?
La Favorita del Mahdi. | 19 |