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— Ed io, dove potrei vederlo? Cosa potrei fare per raggiungerlo? Oh! io voglio rivederlo, dovessi arrischiare la mia vita mille e mille volte, dovessi passare in mezzo a centomila ribelli.

— Sarà difficile che tu possa raggiungerlo.

— Anche se Hicks pascià rompesse le orde di Mohammed-Ahmed e s’impadronisse di El-Obeid?

Un sorriso ironico apparve sulle labbra del ribelle.

— Non illuderti, diss’egli. Non si vince l’inviato di Allàh. Ad un suo cenno i vostri cannoni invece di vomitare fuoco e bombe vomiteranno acqua.

— Ma non sai che siamo in undicimila e armati sino ai denti?

— Sicuro che lo so.

— Faremo di voi tutti un massacro.

— E che importa a noi il morire? Mohammed-Ahmed ci aprirà le porte del paradiso e tutti si batteranno come leoni per guadagnare questo premio. Lo vedrai, Ahmed disperderà il tuo esercito come il simoum disperde le sabbie, poi conquisterà l’Egitto sgozzando egiziani, turchi e cristiani, passerà alla Mecca a rovesciare dal trono il Sultano dei turchi, conquisterà l’India e diverrà il padrone del mondo per farvi regnare la sua fede.

— Ti lascio nelle tue credenze. Ma non potrei in qualche modo raggiungere Abd-el-Kerim? Se passassi sotto la bandiera del Mahdi?

— Sei una donna e non si saprebbe cosa fare di te.

— Valgo più di un uomo. Sono una jena.

— Si potrebbe tentare.

— Quando?

— Questa istessa notte, disse Tepele. Domani forse sarebbe troppo tardi.

— Mettiamoci in cammino allora.

— Andiamo adagio. Tu mi aspetterai qui. A un miglio da queste colline accampano i miei compagni; io andrò a chiedere a loro se ti accettano sotto la loro bandiera.