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di gioia che pareva delirio. Sei proprio sicuro?.... L’hai veduto proprio coi tuoi occhi?... Dimmelo, Tepele, dimmelo!
— Io non l’ho veduto, rispose il guerriero, ma ho parlato quest’oggi con un arabo che veniva dal sud. Egli l’ha non solo visto, ma gli ha anche parlato.
— Posso fidarmi delle parole di quell’arabo?
— Danàqla è incapace di mentire.
— Dove si trova il mio povero Abd-el-Kerim?
— È nelle mani dello sceicco Tell-Afab il quale sta ora guerreggiando sulle rive del lago Tsherkela contro una tribù di Bàggara1 che si è ribellata al nostro signore.
— È prigioniero adunque? chiese con trepidazione la greca.
— È prigioniero.
— Lo si maltratta forse?
— Non abbiamo questa abitudine verso gli uomini che potrebbero esserci di grande utilità.
— Che vuoi dire?
— Abd-el-Kerim è ufficiale che se ne intende di cose di guerra e potrà servire sotto le nostre bandiere con un bel grado.
— Credi tu che accetterà?
— E perchè no? Egli è arabo e gli arabi non amano gli Egiziani.
— Ma se egli rifiutasse?
— In tal caso gli si taglierà la testa, disse tranquillamente Tepele.
— Tu mi fai paura. Rifiuterà, ne son certa.
— Non aver timore, che egli anzi accetterà. Appena lo scièk Tell-Afab avrà soggiogato quei miserabili Bàggara, tornerà a El-Obeid, presenterà l’arabo a Mohammed-Ahmed e questi lo convertirà. Non sarei sorpreso se gli affidasse qualche buona tribù di guerrieri.
- ↑ Bàggara, da Bàgar (bove) sono mandriani arditissimi che abitano il sud del Kordofan.