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disgrazia, che fosse stato scoperto e preso, quando comparvero dinanzi alla tenda il negro e il reporter del Daily-News.
— By-good! esclamò allegramente O’Donovan. entrando. Di già in piedi, mia buona amica! Come state?
— Molto bene, rispose Fathma guardando Omar che le fece un rapido cenno.
— Non posso fare a meno di ammirarvi, riprese il reporter. Siete d’acciaio.
— Sono araba, ecco tutto.
— Che avete pensato di fare? Rimarrete al campo?
— Per ora sì. In seguito vedrò.
— Sapete che siamo lì lì per levare le tende e marciare su El-Obeid?
— Ah! di già?
— Sicuro. Oggi Aladin e Hicks pascià si sono riuniti collo Stato Maggiore e hanno deciso di partire
— E quando?
— Probabilmente domani. Ma ho paura che succeda dei guai.
— Perchè?
— I due pascià non s’intendono sulla via da sciegliersi per marciare su El-Obeid. Hicks vuole andarvi per la pianura che è la via più corta, Aladin invece vuole andarvi pei monti e fare alto a Melbass prima di dare battaglia.
— E cosa hanno concluso? chiese Fathma.
— Che l’esercito si separerà in due corpi. L’uno marcierà su El-Obeid e l’altro su Melbass.
— Che ne dite di questa separazione?
— Io dico che ci condurrà ad una catastrofe, disse tristemente O’Donovan. Lo vedrete, Fathma, saremo schiacciati dal Mahdi.
Nella tenda regnò per alcuni istanti un penoso silenzio. D’improvviso Fathma s’avvicinò al reporter che era diventato pensieroso, e posando le mani sulle spalle di lui, gli disse:
— O’Donovan, ho un piacere da chiedervi.