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— Ah! Tu hai paura della morte, gli disse sogghignando.

— Sono giovane per morire. Lasciami la vita e io sarò tuo schiavo.

— Vigliacco!... Odimi, Takir: tu puoi riscattare la vita rispondendo alle domande che ti farò ed eseguendo quello che ti ordinerò.

— Sono pronto a ubbidirti, ma lasciami la vita. La morte mi fa paura.

— Sta bene. Dimmi innanzi a tutto come Abd-el-Kerim cadde prigioniero.

— Fu preso mentre eseguiva una ricognizione nei dintorni di El-Duêm,

— Che ne fu del capitano Hassarn?

— I ribelli gli tagliarono il capo.

— Cosa sei venuto a fare qui? Ti ho veduto parlare con un ribelle.

— Voleva sapere se Abd-el-Kerim era vivo o morto.

— Tanto interessa a te il saperlo? chiese ironicamente Omar.

— Non a me, ma alla mia padrona.

— A Elenka? Dove trovasi questa donna? Dove ha la sua tenda?

Il nubiano non rispose e lo guardò con smarrimento.

— Takir, gli disse cupamente Omar. La tua vita è in mia mano; se taci io la spengo.

— Che vuoi fare della mia padrona? Oh! non toccarla, Omar!

— Ne farò quello che meglio mi piacerà. Dov’è la tenda?

— Si trova a quattrocento passi da quella di Hicks pascià.

— Takir, disse gravemente Omar, sta in guardia, perchè se mi inganni io ti spezzo il cranio.

— Lo so, ed è per questo che non ardisco ingannarti. Anzi ti dirò che sulla tenda ondeggia una piccola bandiera greca.

— Chi ha con sè Elenka?