Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
269 |
— Ah! Tu hai paura della morte, gli disse sogghignando.
— Sono giovane per morire. Lasciami la vita e io sarò tuo schiavo.
— Vigliacco!... Odimi, Takir: tu puoi riscattare la vita rispondendo alle domande che ti farò ed eseguendo quello che ti ordinerò.
— Sono pronto a ubbidirti, ma lasciami la vita. La morte mi fa paura.
— Sta bene. Dimmi innanzi a tutto come Abd-el-Kerim cadde prigioniero.
— Fu preso mentre eseguiva una ricognizione nei dintorni di El-Duêm,
— Che ne fu del capitano Hassarn?
— I ribelli gli tagliarono il capo.
— Cosa sei venuto a fare qui? Ti ho veduto parlare con un ribelle.
— Voleva sapere se Abd-el-Kerim era vivo o morto.
— Tanto interessa a te il saperlo? chiese ironicamente Omar.
— Non a me, ma alla mia padrona.
— A Elenka? Dove trovasi questa donna? Dove ha la sua tenda?
Il nubiano non rispose e lo guardò con smarrimento.
— Takir, gli disse cupamente Omar. La tua vita è in mia mano; se taci io la spengo.
— Che vuoi fare della mia padrona? Oh! non toccarla, Omar!
— Ne farò quello che meglio mi piacerà. Dov’è la tenda?
— Si trova a quattrocento passi da quella di Hicks pascià.
— Takir, disse gravemente Omar, sta in guardia, perchè se mi inganni io ti spezzo il cranio.
— Lo so, ed è per questo che non ardisco ingannarti. Anzi ti dirò che sulla tenda ondeggia una piccola bandiera greca.
— Chi ha con sè Elenka?