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lascia che ti contempli! Dove sei, vieni da me, dalla tua Fathma che tanto ti amò, vieni fra le mie braccia... Prigioniero!... M’hanno detto che tu sei caduto prigioniero!... No, non è possibile, non è vero... mi hanno ingannato... ma perchè non vieni, ah! è adunque vero, i ribelli ti hanno preso, ti hanno condotto via... Maledetto sia il Mahdi!...

Si dimenò per qualche tempo urlando e ruggendo come una belva, straziandosi le labbra coi denti, stringendo freneticamente le braccia di O’Donovan e di Omar che si sforzavano di tenerla ferma, poi con un improvviso scatto si alzò a sedere colle mani tese innanzi a sè.

— Ah! ripigliò ella con uno scoppio di risa convulse. Sei tu... ancora tu, che mi vieni dinanzi... sempre tu, maledetta donna, mostruosa creatura, spaventevole apparizione!... Che vuoi da me? che vuoi dalla tua vittima? Non ti basta avermelo rubato, non ti basta avermelo perduto, non ti basta di avermi dilaniato il cuore... vieni a deridermi, vieni ancora a sogghignare dinanzi alla vittima... Ti odio! ti odio... ho sete del tuo sangue! Ah! potessi fulminarla!...

Gli occhi della delirante si chiusero e le mani si raggrinzarono. Poco dopo si calmò e cadde in un profondo torpore che potevasi chiamare un semi-svenimento.

— Ma con chi l’ha? chiese O’Donovan. Chi è questa orribile creatura che tanto odia e che tanto la sgomenta?

— Delira, rispose Omar. Non so chi sia, Potrà riaversi da questo terribile colpo?

— Non sarà nulla, ti ripeto, rispose O’Donovan. Quando si sveglierà starà molto meglio.

— E del mio povero padrone, che ne sarà? Ah quante disgrazie. Se fosse morto? Se non lo rivedessimo più mai?

— Ho paura che tutto sia finito per lui, mormorò O’Donovan con un sospiro. Sventurata ragazza!

— Non c’è alcuna speranza? Nemmeno la più piccola probabilità di poterlo un giorno rivedere?