Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/252

250

Cercò di rizzarsi sulle staffe e di brandire la scimitarra, ma le forze gli vennero meno e cadde pesantemente a terra colla testa inondata di sangue.

I ribelli visto il loro capo a cadere, si arrestarono titubanti. Alcuni di essi s’avanzarono però, cercando di tagliare fuori Omar che era rimasto indietro, ma una scarica di remington che abbattè il più vicino e i sei colpi di revolver del reporter, li decisero a volgere le spalle e a rifugiatisi nella gola.

— Avanti, Omar, che siamo vicini al campo! urlò O’Donovan caricando il revolver.

I tre cavalli con un ultimo slancio guadagnarono il palmeto prendendo un largo sentiero sul quale scorgevansi, profondamente impresse, le traccie lasciate dalle ruote dei cannoni, e si arrestarono poco dopo dinanzi ad un gruppo di capanne attorno alle quali bivaccavano alcune compagnie di negri d’Etiopia.

— Alto! comandò O’Donovan. Siamo giunti a Kassegh.

I tre viaggiatori balzarono a terra.

CAPITOLO XII. — L’esercito egiziano.

Kassegh è un piccolo villaggio distante una sola giornata di cammino da El-Obeid, la capitale del Kordofan.

Questo villaggio si compone di un gruppetto di miserabili tugul conici, circondati da pochi pozzi e abitati un tempo da un pugno di arabi. Hicks pascià, appena giuntovi, l’aveva fatto occupare da alcune compagnie di negri per tenere in rispetto i ribelli che scorazzavano i dintorni e farne, all’uopo, la base delle sue operazioni contro El-Obeid.

O’Donovan, affidati i cavalli ad alcuni soldati si affrettò a condurre Fathma e Omar in una capanna, che fu subito sgombrata da coloro che l’occupavano e fece portare della birra merissak e una terrina di durah bollite.

— Voi rimarrete qui, diss’egli, e mentre vuoterete