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— Sì e vi compiango di essere giunta in questi luoghi. Dovete avere un forte motivo per arrischiarvi a raggiungere Hicks pascià.
— Molto forte, mormorò l’almea con un profondo sospiro.
— Cercate qualcuno forse?
— Come lo sapete voi?
— Lo suppongo.
— Ditemi, O’Donovan, è giunto al campo Dhafar pascià?
— Quello che conduceva i rinforzi speditici dal governatore di Chartum?
— Sì, proprio quello.
— Giunse dodici giorni or sono, ma è stato ucciso l’altro ieri.
— È morto! esclamarono Omar e Fathma ad una voce.
— L’ho veduto cadere coi miei propri occhi, assieme ad un centinaio di egiziani. Erano usciti per fare una ricognizione, i ribelli li circondarono e li massacrarono tutti. Quando noi giungemmo sul luogo del combattimento, Dhafar pascià, colpito da una lancia in petto, spirava.
— Allàh lo punì, disse sordamente Fathma. I colpevoli cadono uno ad uno.
O’Donovan la guardò con sorpresa.
— Che dite mai? chiese egli. Era forse un vostro nemico Dhafar?
— Mi schiantò l’anima, involontariamente forse, ma me la schiantò. Uditemi, O’Donovan, avete mai inteso parlare di un ufficiale arabo che si chiama Abd-el-Kherim?
Il reporter si passò la mano sulla fronte parecchie volte come cercasse nella sua memoria.
— Non l’ho mai udito nominare rispose dipoi.
— Proprio mai! esclamò l’almea con un accento di dolore sconfinato. È impossibile!... Cercate, cercate bene nella vostra mente!...
— Ma sì, voi dovete averlo veduto, aggiunse Omar. È giunto con Dhafar pascià, ve lo assicuro.