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— I ribelli! esclamò egli. A cavallo, padrona, presto che fra poco ci saranno alle spalle!...
— Come? E il guerriero? chiese l’almea arrestandolo violentemente.
— L’hanno ammazzato. A cavallo! a cavallo!
Le grida andavano avvicinandosi sempre più. Omar e Fathma, senza aggiungere parola balzarono in arcione spronando furiosamente i cavalli.
Avevano appena percorso cinquecento passi che la banda nemica compariva. Vedendo i due fuggiaschi lasciarono il cavallo del guerriero per dare la caccia a loro.
— Dove andiamo? chiese Fathma, senza volgersi indietro.
— Dritti a quella gola che vedi laggiù, rispose Omar. Sferza o siamo perduti.
La pianura fu attraversata alla carriera coi ribelli alle calcagna che percuotevano colle aste delle lancie gli affranti loro corsieri. I due fuggiaschi stavano per cacciarsi nella gola designata che metteva capo ad una foresta, quando una banda di quindici negri armati di fucili, sbarrò la via.
— Maledizione! esclamò Fathma, rattenendo violentemente il corsiero.
— Siamo perduti! urlò Omar, strappando la carabina e armandola.
— Olà! gridò in quella uno dei negri, fatevi da un lato che malmeneremo noi quei cani di ribelli. Su i fucili! Fuoco!
Una scarica formidabile seguì il comando. Cinque ribelli vuotarono sconciamente l’arcione insanguinando le sabbie. Gli altri, dopo di aver un momento esitato volsero le briglie dandosi a precipitosa fuga fra una densa nube di polvere.
— Là, così va bene, ripigliò con accento allegro la medesima voce di prima. Ohe! fatevi innanzi senza paura, che non siamo Abù-Ròf, noi.
Fathma e Omar, ancora sorpresi da quell’inaspettato soccorso, si affrettarono a raggiungere i loro salvatori. Erano quindici uomini semi-nudi, d’alta