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— Che nessuno risponda, comandò Daùd. Prendete i fucili e stendetevi sul cassero. Tre uomini al cannone!

I barcaiuoli in men che si dica s’impadronirono dei fucili e si sparpagliarono pel ponte e pel cassero nascondendosi dietro a tuttociò che poteva offrire un riparo contro le palle del nemico. Tre di loro, i più abili e i più coraggiosi si gettarono sul cannoncino che fu puntato sulla dahabiad; la miccia venne accesa.

— Calma e coraggio, disse Daùd. Tu, Omar, rimarrai al mio fianco pronto a comandare l’abbordaggio se il nemico arriva fino a noi, e tu, Fathma, ritirati sotto la tettoia. Per prenderti bisogna che passino sui nostri corpi.

L’almea si rizzò fieramente con gli occhi accesi.

— Io qui rimango, diss’ella. Voi vi battete per me e io mi batterò per voi.

— Ma la pugna sarà forse tremenda. Vi saranno dei cadaveri e del sangue.

— E credi tu che la Favorita del Mahdi abbia paura del sangue? Ho assistito senza tremare al massacro degli 8000 egiziani di Yussif a Kadir e meno tremerò oggi che abbiamo a massacrare un pugno d’uomini.

Strappò un fucile dalle mani di un barcaiuolo e andò ad appostarsi dietro a una cassa, gridando:

— Tutti a posto di combattimento. Attenti al comando!

— Brava, Fathma! gridò Daùd entusiasmato. Noi ci batteremo al tuo fianco.

— Chi va là! chiese la voce di poco prima.

— Fathma! rispose l’almea senza esitare. Chi mi vuole si faccia avanti!

S’udì un urlo di gioia feroce alzarsi sulla dahabiad. Daùd e Omar si inginocchiarono ai fianchi dell’almea armando rapidamente i moschetti.

— Attenzione! gridò il reis.

La dahabiad di Notis era giunta allora a cinquecento passi di distanza e continuava ad avanzare a