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— Hai qualcuno che ti aspetta alla piccola rada? chiese il reis.
— Ho una carovana di cammelli carichi d’avorio, rispose il negro Omar.
— Sei del paese?
— No, sono Nubiano.
— Giunto da poco?
— Ciò non ti riguarda. Allunga la battuta che ho molta fretta.
Il canotto raddoppiò la velocità, salendo la corrente. Quindici minuti dopo giungevano in vista della darnas di Daùd.
— Sai a chi appartiene quel bel legno? chiese il reis.
Omar non rispose. Egli si era levato in piedi e gli si era avvicinato.
— Il reis stava per ripetere la domanda quando si sentì prendere per le spalle e rovesciare violentemente nel fondo del canotto. Contemporaneamente vide sopra di sè Omar che gli puntava una pistola sulla fronte.
— Se tu ti muovi, gli disse il negro, ti faccio saltare le cervella e poi divorare dai coccodrilli.
Il barcaiuolo ebbe paura di quella minaccia e non ardì fare il menomo tentativo per rialzarsi o per reagire.
— Lasciami la vita, balbettò egli. Ti dò tutto quello che possiedo.
— Non credere che sia un Abù Ròf, disse Omar. Non voglio prenderti nulla.
— E allora che esigi da me?
— Ora lo saprai; lasciati legare.
Ricollocò la pistola nella cintura, estrasse una corda e legò i polsi e le gambe al reis, poi si sedette a prua, prese i remi e spinse il canotto al largo; rimontando come prima la corrente.
— Parliamo, ora, diss’egli. Cosa sei andato a fare in quella casa?
— A trovare un mio amico.
— Il greco Notis, non è vero?