Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/166

164

disperata risoluzione di uccidermi? Sta in guardia, vigliacco, perchè sarei capace di ritentare la prova.

Ma oggi i pugnali sono spuntati.

— Vi sono delle pareti per spezzarsi la testa.

— Fathma! esclamò Notis. Se tu ti uccidi, uccidi nel medesimo tempo…

— Chi?… chi?…

— L’arabo Abd-el-Kerim.

— Abd-el-Kerim! esclamò l’almea portandosi le mani al seno che tumultuava angosciosamente. Allàh!… Allàh!…

Girò su sè stessa chiudendo gli occhi e piombò sul divano; due lagrime le irrigavano le abbronzate guancie.

Il greco spaventato accorse a lei, ma non giunse nemmeno a toccarla.

— Indietro! gridò ella risollevandosi. Non toccarmi.

— Fathma, disse Notis furente, non disprezzarmi oltre, o che io…

S’era gettato innanzi per afferrarla, ma si era subito arrestato, sorpreso e quasi spaventato. Il ramo gigantesco che ombreggiava le finestre aveva mandato un legger crepitìo e s’era udita una sorda bestemmia.

— Chi è là? chiese egli sguainando la scimitarra.

Nessuno rispose. S’avvicinò ad una delle finestre, ma non vide o almeno credette di non vedere alcuno.

— Chi può essere stato? si chiese egli.

Guardò Fathma che si teneva ancora ritta presso il divano in atteggiamento fiero e sprezzante.

— Fathma, disse, fa quello che tu vuoi, ma fra tre giorni tornerò a vederti. Se non avrai cangiato parere, se ricuserai di diventare mia, guai a te. Ti farò versare fiumi di lagrime e ti strazierò il cuore come giammai un carnefice fu capace di straziarlo!

L’almea non rispose. Notis la guardò trucemente, poi le volse le spalle sbarrando dietro di sè la porta.

La sventurata Fathma, rimase ritta per qualche istante poi ripiombò sul divano piegandosi su sè stessa.