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la sua scorta e me la porto a Quetêna oppure in qualche altra città, forse a Chartum.
— Sicchè forse non ci rivedremo più.
— Chi sa? Se Dio lo vuole! Del resto non c’è altra scappatoia: o andare o restare, che equivale a vincere o perdere. Scegli!
— Parto pel sud.
— Ed io parto pel nord.
Il greco prese Elenka per mano e scesero la collina seguiti dallo sceicco che non apriva bocca.
— Va, sorella, che il tempo stringe e sii forte e prudente, disse Notis, quando giunsero al piano.
— È per me doloroso separarci per sempre, fratello.
— Dio lo vuole.
Elenka salì sul suo mahari, dopo aver abbracciato il fratello; gli strinse un’ultima volta la mano e partì rapidamente accompagnata dal nubiano. Tre volte volse la testa indietro salutando col fazzoletto.... poi sparve in mezzo ai campi di durak e alle foreste di tamarindi.
— Povera sorella, mormorò Notis sospirando. Ho il presentimento di non rivederla più mai!
Egli rimase lì colle braccia incrociate sul petto e lo sguardo fisso verso il luogo ove era scomparsa Elenka. Lo sceicco lo trasse da quei tetri pensieri battendogli sulle spalle.
— Non bisogna stare qui troppo, gli disse.
— Hai ragione, Fit Debbeud, rispose il greco.
— Che via prendiamo?
— Quella di Chartum. Prima che il sole tramonti bisogna che Fathma sia in mia mano.
— E colla scorta, come si farà?
— Adopereremo le nostre armi e li uccideremo dal primo all’ultimo.
— Quando è così, siamo tutti pronti. In sella compagni!
Il drappello si mise in marcia senza troppo affrettarsi, volendo raggiungere la scorta in sulla sera, nel momento che accampava, onde impedirle che potesse salvarsi colla fuga. Notis aveva sommo in