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— Ebbene, fratello, chiese Elenka con voce un po’ alterata e pigliandogli una mano.
— Tutto è andato bene, rispose Notis.
— Ah!.. esclamò la greca con gioia feroce. I Greci hanno battuto gli Arabi.
— Sì, sorella, i Greci hanno vinto gli Arabi.
— Fathma adunque?...
— È condotta prigioniera a Chartum.
— E lui?...
— E lui segue l’esercito.
— L’ha abbandonata forse?...
— Oibò! Abd-el-Kerim è più innamorato di prima.
Sulla nivea fronte della greca si disegnò una profonda ruga.
— Ancora, diss’ella con dispetto. Come è avvenuta la separazione?
— Furono separati colla forza e poco mancò che Dhafar pascià non uccidesse l’arabo con un colpo di revolver. Il maledetto aveva tratta la scimitarra per accorrere in aiuto di Fathma.
— E che facciamo ora?
— Io vado dietro l’almea e tu ad Abd-el-Kerim; questo è quello che ci rimane a fare.
— Ma se Abd-el-Kerim è così fortemente innamorato di Fathma, alla prima occasione diserterà per raggiungerla.
— Ecco quello che tu dovrai impedire. Dhafar pascià ti darà man forte per trattenerlo al campo.
— Ho paura di non riuscire nel mio intento, Notis. Se ama tanto l’almea giammai acconsentirà a diventare mio fidanzato dopo quel che feci.
— Bah? fe’ il greco, alzando le spalle. Il tempo cicatrizza le ferite e cicatrizzerà anche quella di Abd-el-Kerim. Seguilo, mostrati premurosa e sottomessa a lui, salvalo quando puoi salvarlo e affascinalo appena che lo potrai fare senza pericolo. Hai il tuo mahari, armi e argento, unisco a tutto ciò il mio schiavo Takir onde ti protegga: va con Dio!
— E tu!
— Io vado dietro a Fathma, la raggiungo, sbaraglio