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nel momento che un plotone di basci-bozuk sbuccava alla carriera da una gola formata da due ripide colline.

— Fathma! esclamò Abd-el-Kerim, con emozione. I basci-bozuk!

L’uomo che cavalcava alla testa dei soldati, venne a loro incontro a tutta velocità e gettò un gran grido:

— Abd-el-Kerim! Abd-el-Kerim!

— Hassarn! gridò l’arabo.

Il capitano balzò di sella e li raggiunse colle braccia aperte; Abd-el-Kerim e Fathma si precipitarono incontro a lui.

— Ah! esclamò il capitano Hassarn stringendoli ambedue in un tenero amplesso. Vi credeva per sempre perduti!

CAPITOLO XIII. — Il Delatore.

All’indomani il campo egiziano era tutto in confusione. Fanti, artiglieri e cavalieri andavano e venivano frettolosamente e lavoravano con febbrile alacrità; gli uni piegavano le tende e le arrotolavano accuratamente, altri scioglievano fasci di fucili e li consegnavano ai rispettivi proprietari, altri ancora si aiutavano reciprocamente a mettersi in ispalla gli zaini, a incinghiare le gamelle e le giberne. Si tiravano i cannoni e se li aggiogavano ai muli o agli asini, si insellavano i cavalli, si caricavano i cammelli e si conducevano in furia ai pozzi a rinnovare le provviste d’acqua e ad una estremità dell’accampamento si formavano le compagnie che tosto si muovevano quale avanguardia.

Si capiva subito che gli Egiziani levavano il campo. Alla notte erano giunti i rinforzi da Chartum, consistenti per lo più in artiglieri, e Dhafar pascià aveva dato il comando di prepararsi per mettersi in viaggio onde raggiungere l’esercito comandato dai pascià Hicks e Aladin.

Nel momento che maggiore era l’animazione, un