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A. Piccolomini per esempio nella «Istituzione Morale» in cui abbastanza ampiamente tratta dell’educazione dell’uomo, si accontenta di affermare essere le donne fisicamente inferiori a quello, tuttavia le dice capaci di uguagliarlo nei pregi dell’anima. Concede loro tutte le virtù che si addicono a cuor tenero e gentile, anzi crede che perfino i loro difetti provengano dalla loro troppa sensibilità e cieco ottimismo, per cui spesso rimangono ingannate. Sono più dell’uomo religiose, caritatevoli, più temperanti, più facilmente di lui conservano la fronte serena nella sventura.

Francesco Tommasi certamente uno dei primi a delineare i caratteri dell’infanzia, avrebbe forse saputo comprendere anche la donna se non si fosse lasciato vincere dai pregiudizii del tempo, e, diventato timoroso per lei di qualsiasi istruzione, non l’avesse sognata docile, umile, ma sopra tutto silenziosa: non disse forse Aristotile: «il silenzio è il decoro delle donne?» Poverine! non possono studiare perchè, avendo la mente debole, lo studio «a giudizio dei savii, può esser loro cagione di gravi mali». Stiano paghe di filare, tessere, ricamare, di attendere ad altri lavori donneschi, e, per sollievo, facciano qualche passeggiata.

Sperone Speroni padovano, non solo in teoria si dimostrò convinto della necessità d’una buona educazione muliebre, ma veramente egli andava alle-