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donna maliziosa e leggera, anzi combatte questo pregiudizio, e, come il Castiglioni, sebbene con minor ricchezza d’esempi, prova non essere mai stata quella istruita di cattivi costumi, perchè gli studii elevano la mente a nobili pensieri; e, un po’ rudemente, afferma: privare la donna del sapere è rendere «animali dotati di ragioni delle bestie senza intelletto». Tuttavia teme per essa la conoscenza del mondo pagano e le fa impartire da un maestro erudito e virtuoso una coltura «sana et casta».

Se l’uomo per le molteplici sue occupazioni deve conoscere varie discipline, la donna da cui «altro non si ricerca che il governo della casa» e l’amore di madre, occorre sia guidato allo studio della religione e della filosofia morale. Legga la Sacra Scrittura, il Vecchio e il Nuovo Testamento, Platone, Seneca, curi più la lingua volgare della greca, dei poeti profani legga solo Virgilio, fra gli storici Livio, Sallustio, Tacito, Svetonio: non le novelle del Boccaccio, bensì le opere immortali dell’Alighieri e del Petrarca.

Gli studii però non devono distrarla dai lavori convenienti al suo stato, giacche Iddio vuole che tutti, «secondo il grado e condizione loro si travaglino nei bisogni necessarii della vita». Ami perciò le occupazioni di una buona massaia, il cucito, il ricamo non solo, ma impari a cucinare, poichè, aggiunge gentilmente, «sono più saporite