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in ogni cosa aggraziatissima, sostenga piacevoli conversazioni e attiri intorno a sé con belle, ma convenienti facezie gran numero di cavalieri. E tutte queste virtù deve averle non tanto per parerne ornata quanto per sentire la soddisfazione di essere virtuosa. Non v’aspettavate è vero tanta morale dal Castiglioni? Son così gli uomini del cinquecento: in fondo al loro cuore forse un po’ guasto dai costumi rilassati dai tempi, sgorga . spesso una vena pura di alta moralità.

E Messer Cesare, dopo aver ben parati i colpi de’ suoi avversari, per vincerli intieramente li induce a pensare alle donne che essi stessi conoscono, perchè in tal maniera non dureranno fatica a comprendere che «esse, il più delle volte, non sono di valore e merito inferiori ai padri, frati e mariti loro: e che molte sono state causa di bene agli omini, e spesso hanno corretto di molti loro errori: e se adesso non si trovano ormai al mondo quelle gran regine capaci ad subjugare paesi lontani e vi facciano magni edifici, piramidi e città come quella Tomiris regina di Scizia, Aretenia, ecc, ci sono ancora uomini come Cesare, Alessandro, Lucullo e quegli altri migliori?...» Domanda che me ne ricorda una parimenti arguta di Gaspare Gozzi, altro pittore della società de’ suoi tempi, che a quanti gli obbiettavano: «Oh, le donne non hanno quel vigor d’ingegno che hanno i maschi» rispondeva: «Non tutte, è vero; ma tutti i maschi hanno questo vigore?»