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in lui l’amore delle lettere, e Cassandra Fedeli, e Ippolita Sforza che portò a Napoli tutte le grazie e la bontà della donna lombarda, e Maria d’Este pure latinista squisita, e la bresciana Laura Cerretti che occupò degnamente una cattedra di filosofia... e passano ancora tante tante altre, che, con Giulia Gonzaga, Vittoria Colonna, Veronica Gambara, Modesta Porzi Zorzi vissute nel secolo d’oro, sparsero in ogni terra sapienza e sorrisi ed esempi di bontà, preparando così una via onorata alla donna colta dell’avvenire.

Fu Leonardo Bruno d’Arezzo che, intendendo e secondando almeno in parte il desiderio della donna del Rinascimento, dettò per la colta signora Battista de Malatesta, discendente dalla nobil casa di Urbino, una lettera, la prima che tratti d’educazione, e la forma epistolare diverrà la prediletta dal Piccolomini, Flaminio e Filelfo per gli argomenti pedagogici. Mentre ritiene quasi inutile per lei lo studio della matematica, dell’astronomia e dell’oratoria, le consiglia la conoscenza profonda non solo delle cose sacre, ma delle profane, della filosofia morale, della storia. Lascia da parte, perchè possono offendere la purezza de’ suoi costumi, i poeti comici e satirici, si nutra invece di Filelfo, Seneca, e Stazio. Se si diletta di scrittori sacri scelga fra essi S. Agostino, S. Gerolamo, S. Ambrogio, ma attenda più di tutto alla religione e al viver bene. Ecco il vero tipo dello scrittore del Rinascimento che tenta di asso-