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bellezza, felice della esuberanza della propria vita come la matrona pagana, ma con la testa bassa, timida, raccolta, sempre bella, ma di un’altra bellezza, la Venere di Prassitele e le Vergini di Raffaello, la donna che prepara i cittadini a Roma, e quella che li guida al cielo, Cornelia e Beatrice.
L’esempio da imitarsi è la Vergine Maria, pura, forte, piena d’amore rassegnato, con la mente aperta alle verità divine, con la mano docile ai lavori d’ago, alle più umili faccende domestiche: nella Chiesa la si contempla, e questa fu la scuola della donna cristiana. Perciò i Santi Padri pongono in non cale ogni altra educazione, e se S. Girolamo pregato da Leta scrisse una lettera sull’educazione di sua figlia Paola, dà in essa consigli affatto nuovi per la donna pagana.
Bisogna combattere e mortificare il corpo, egli dice, il gran nemico. «Paola non mangi affatto in pubblico, non assista cioè ai festini che si danno in famiglia, temendo che non desideri certe vivande che vi si servono. Si avvezzi a non bere vino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . si cibi di legumi, e raramente di pesce: mangi in tal maniera di aver sempre fame». Né più abbondante è il cibo per l’anima sua: la Bibbia, ma non tutta: guai la musica! nemmeno l’arpa, il sacro strumento di Davide! Troverà forse un passatempo fra il gaio cicaleccio delle amiche; si, ma a patto che non prediliga, né parli a voce bassa con alcuna. Tuttavia con le amiche im-