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l’India e l’Egitto, cercò pace e riposo e divenne immortale fondando la Scuola Filosofica che porta il suo nome. Egli non considerò la donna un oggetto di ornamento come solevano i Greci, ma par quasi che in Oriente abbia imparato a rispettarla e a intenderne la coscienza; a lei non isdegna di rivolgere la sua saggia parola, indirizza al bene le sue tendenze, e ne vince i desiderii più vivi. E si maravigliano i magistrati di Crotone vedendo che la induce a lasciare le ricche stoffe, i monili, i cinti, i diademi per ammantarsi solo in un semplice e bianco lino. E con una dolcezza, con una morale pura e santa, con una scienza profonda, ma serena e limpida come il bel cielo che lo rallegrava, Pitagora attirava al suo Istituto uomini e donne, che insieme poi ivi vivevano assorti in comuni ideali di perfezione.

Che ci direbbe Pitagora della donna se ci avesse lasciato scritto ciò che pensava quando vedeva le sue alunne passeggiare serie e composte sotto i grandi alberi dell’Istituto, o discutere gravi problemi filosofici, senza perder nulla della loro grazia e gentilezza, di fronte all’ampio mare che conosce tutti i misteri? Che direbbe Theano la dolce e sapiente sua moglie erede del suo pensiero se non fossero andate smarrite le lettere ch’ella scrisse intorno all’educazione muliebre? Tace la loro autorevole voce, ma quella verace della storia ci narra di donne e giovinette che fecero risplendere le virtù