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tanti; ma è certo che non l'ho più udito, mentre mi sonava si dolce nella sua ingenuità paesana. Quest’adagio diceva: Non vi è Maggio senza sole, non vi è donna senz’amore. — Ed è una verità indiscutibile.
La donna non vive senz’amore, ma non dell’amore in generale, che si manifesta in tante guise, che riverbera tante virtù e che prende tante forme diverse; no, ella non vive se non per quel certo raggio d’amore, che, partendosi dal cuore dell’uomo che ell'ama, la investe tutta e, giorno per giorno, le somministra la forza per vivere; toglietele questo raggio vivificatore, toglieteglielo totalmente, disilludetela per sempre e l’avrete uccisa! E in questo caso più fortunata la donna che venne privata di quel raggio vitale più che dal mondo dalla parca implacabile; per essa l’amore vive nelle dolci memorie, nella soave immagine dell’uomo adorato, e non si sente mai sola. E non è vero, credetelo a me, o signori, non è vero che la donna disillusa, la donna abbandonata, trovi quiete, anzi trovi tutta la santa rassegnazione nell’amore dei figli o nella beneficenza, nell’ascetismo o in qualche altro affetto. No, non è vero; neppure i figli, quest’imperiosa potenza d’affetti sovrumani, possono talvolta impedire che in fondo del cuore delle loro madri abbandonate, disilluse, si celi un segreto, un mistero postumo alla disillusione, all’ abbandono segreto d’amore, misterioso impeto d’amore, ma sempre amore, sempre quell’amore!
Ora, se questo mistero, questo segreto è tale da farsi superiore ad ogni altra virtù, al proprio nome, anche al pudore che è salvaguardia della donna, ella, moralmente uccisa, vive in lotta col suo segreto, col suo mistero, prova per esso qualche momento di felicità furtiva, suprema; miseranda felicità, amareggiata, condannata dalla sua coscienza, felicità piena di agitazioni, di rimorsi, ma sempre felicità, che la fa vivere ancora, perchè sul focolare motore d’ogni sua azione, il fuoco di Vesta non è del tutto spento, ossia si spense per poco e si riattizzò; non importa che un’altra mano l'abbia riattizzato, una mano profana, una mano intrusa, audace, ma l’ha riattizzato, ed ella vive! Il mondo che non conosce il suo mistero, dice che lontana dal marito, sconosciuta abbandonata da lui, ella abbia avuto la virtù di rassegnarsi, di raccogliersi in se stessa, di vivere solo per i propri figli ma non è vero! I figli ella li ama immensamente; ha per essi tutte le cure possibili, li educa, li consiglia; ma quel palpito segreto, quel sentimento, quella ragione di vita è sempre sua. Non sarà tale da renderla colpevole