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vazione dei campi; altre alla filatura, la quale era talmente tenuta in dispregio, che la riserbavano esclusivamente alle donne, tanto è vero, che quando volevano dipingere un uomo debole, fiacco, effeminato, gli si metteva fra le mani la rocca ed il fuso; altre infine servivano in città nelle case dei padroni, attendendo alle industrie e ai lavori domestici.

Chi non ha inorridito al racconto delle crudeltà raffinate, che le orgogliose e libertine matrone romane, usavano alle schiave che le servivano?

Se le disgraziate non erano abbastanza sollecite ad ornarle, venivano punzecchiate sul nudo seno colla punta di uno stile.

La schiava che non allestiva il bagno col tepore voluto dalla padrona veniva frustata a morte.

Ma il più doloroso si è, che la legislazione stessa si faceva complice di queste infamie, di questi vituperii, dacché lasciava ai padroni un diritto illimitato sulla persona e la vita degli schiavi! Cosi facevasi giuoco della vita degli operai e la si prodigava con ispaventosa indifferenza.

Le glorie, i piaceri, l'economia, la grandezza, riposavano spra un’onta dell’umanità!

L’uomo degradava l’animo suo calpestando quello del suo simile!

Non troppo migliorò la condizione delle operaie, dopo la caduta dell’Impero Romano, allorché fu introdotto il servaggio della gleba, che non era altro che un’attenuazione, una modificazione della schiavitù.

Ai primordi del medio evo, s’incominciava a lavorare anche nei conventi; le religiose, non solo facevano quanto era necessario a sé stesse, ma fabbricavano anche oggetti per gli altri.

Inoltre esistevano degli opificii femminili chiamati ginecei, dove si eseguiva la filatura, l’imbiancamento e la tintura delle stoffe, la confezione dei vestiti ecc.

Ma questi opificii, che avrebbero dovuto essere sacri al lavoro, si convertivano spesso in luoghi infami di prostituzione, divenivano teatro delle oscenità più sfrenate.

Il nome di operaia del gineceo, era sinonimo di donna perduta!

Quelle sciagurate che venivano colà rinchiuse, cedevano alla forza, alla brutalità.

E guai se qualcuna cercava sottrarsi a tanta infamia o tentava ribellarsi!