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inganna nessuno. Chè cosa rispondere a chi la ragionasse così?

Non possiamo però conchiudere questo sunto senza porgere un giusto tributo di lode e d’ammirazione all’onorevole ministro, che nella sua bellissima relazione si mostra così bene all’altezza dei tempi, ed ha saputo nel suo progetto incarnare i principii dell’epoca e le aspirazioni della parte colta e pensante della nazione. Ma tanto più gli porgiamo lode in quanto non ci sono ignoti i vieti e tenaci pregiudizii della giurisprudenza colla quale dovea intendersi, e le conservatrici e retrive tendenze del senato al cui tribunale dovea il suo lavoro comparire.

Egli ha capito che parlar di riforma ed ispirarsi al passato è illogico, è assurdo, è incompatibile, epperò con vera sapienza, consultò il presente e l’avvenire, armonizzando le leggi colla filosofia, coi costumi e coi bisogni.

Mentre caldamente desideriamo che la nazionale rappresentanza applauda e sancisca il lavoro del ministro, in vista dell’urgente bisogno in cui versa il paese di più libere istituzioni, non possiamo a meno di insistere a che si prendano in considerazione le tesi da noi poste.

Ancora un passo, e l’Italia sarà a fianco alle più colte e più avanzate nazioni.

fine