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pello di Napoli proporre l’istituzione di un Patronato mandamentale, la cui azione si dovrebbe svolgere in sussidio all’opera del Magistrato nel campo della patria potestà, o — ancor più efficacemente — l’istituzione dei censori mandamentali che dovrebbero avere una speciale sorveglianza sui minorenni e sui genitori, nel senso di constatare la trascuranza dei doveri famigliari e punirla.

Ecco infine il Primo Presidente della Corte d’appello di Palermo esclamare: «Come cittadino e come magistrato, mi sia lecito far voti perchè si integri la legislazione che si riferisce all’istituto della correzione paterna, permettendo a speciali Istituti di tutela sociale dei minorenni di togliere ai genitori per un tempo determinato tutti o parte dei diritti derivanti dalla patria podestà, quando i fatti dimostrino una responsabilità da parte loro».

E’ dunque la voce di tutti i competenti, è dunque un coro che s’innalza dalla magistratura, per riconoscere le colpe della famiglia, per affermare l’insufficienza della legge e la necessità di immediati rimedî.


Valgono assai più, io credo, le osservazioni riferite, che non le aride cifre della statistica. Ad ogni modo, noi riportiamo dalla relazione del comm. Tami il seguente prospetto, riguar-