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l’indole del minore, dipendono dalle condizioni dei genitori, i quali spesso vivono in tali condizioni irregolari, da rendere necessario il provvedimento».
Il Primo Presidente della Corte d’appello di Napoli è convinto «che i provvedimenti pel ricovero dei minorenni sono nella maggior parte cagionati dal cattivo esempio dei genitori o di coloro che sono preposti alla tutela dei minorenni». Ed aggiunge che spesso «molti genitori nei quali la miseria o l’ignoranza fa tacere il sentimento più sacro, quello della educazione della prole, hanno la riprovevole idea di collocare i figli in case di correzione, per sottrarsi all’obbligo del loro mantenimento».
Il Primo Presidente della Corte d’appello di Venezia espone l’idea che «le indagini naturalmente suggerite dalla domanda di collocamento dei minorenni in un istituto di correzione dovrebbero non solo accertare se il padre sia realmente ridotto nell’impossibilità di metter freno da sè ai traviamenti dei figli; ma dovrebbero soprattutto estendersi alla condotta del padre stesso per conoscere se, e per quanta parte, la mala riuscita dei figli possa attribuirsi a lui, ai cattivi esempi della famiglia».
E senza citare altre frasi e osservazioni a-