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cuni, nei più miserabili, scompare. E come vi è fra i ricchi chi delega a dei mercenari tale dovere, così quelli che vivono del loro lavoro quotidiano devono spesso necessariamente abbandonare il figlio alle cure di estranei o alla strada.
Anche dunque senza tener conto degli esposti i quali immediatamente, appena aprono gli occhi alla luce, vengono abbandonati, anche cioè al di fuori di questo che è il fenomeno più acuto di irresponsabilità famigliare e di sconoscenza dei doveri verso i figli, — noi dobbiamo constatare che pur nelle famiglie regolari la responsabilità verso i figli va attenuandosi, sotto una forma di trascuranza.
Anche cioè il bambino che ha una famiglia si sente oggi lontano, estraneo ai suoi, si sente oggi più solo. E in questa solitudine morale, egli diventa per forza più presto uomo, vale a dire egli è costretto ad entrar più presto nella vita, senza l’appoggio, senza l’affetto di coloro che dovrebbero guidarlo nei primi passi e difenderlo. Egli sente cioè troppo presto il contraccolpo dell’esistenza febbrile che ci trascina: perchè, ricco od agiato, mescolandosi alla nostra vita, udendo i nostri discorsi, leggendo i nostri giornali, egli prova troppo presto quelle emozioni che la sua età do-