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zione, alla gioia — diritto di sapere sempre da chi ebbe il dono non chiesto, e sovente così funesto, della vita. Sul riconoscimento di questo diritto si ergerà sana e purificata la nuova civiltà».
Ora il Consiglio Nazionale delle donne italiane ha accolto — e ne siamo lieti e fieri — queste premesse: ha visto nella società e nella famiglia le radici del male: ha riconosciuto che affinché il fanciullo commetta meno delitti occorre riconoscergli maggiori diritti, o, dirò meglio, occorre riconoscergliene uno solo: quello di forzare la legge a stabilire severamente i doveri che i suoi genitori hanno verso di lui.
Il Memoriale che porta la firma della dottoressa Valeria Benetti ha un pregio che non sempre hanno le opere femminili: la misura e la moderazione. Non chiede cose ardite o difficili: non si perde in affermazioni di teorie, magari giustissime ma di dubbia attuazione; non pretende di dar fondo al problema immenso che pur osa affrontare. Con semplicità, con praticità, consiglia soltanto alcuni provvedimenti, mette sotto gli occhi della Commissione alcune modificazioni indispensabili alle leggi attuali. È — se posso dir così