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soliti emendamenti e dei soliti rinvii. Il Parlamento non è disposto ad occuparsi di grandi riforme quando queste non abbiano un diretto interesse elettorale o una precisa ripercussione economica; può tutt’al più accogliere quelle riforme, a piccole dosi, in modo da non essere costretto a perdervi troppo tempo e a darvi troppa attenzione. Perciò sarebbe forse opportuno, anziché presentare in blocco alla Camera un Codice unico, sottoporle separatamente e a poco a poco alcuni brevi progetti di legge che risolvessero l’uno o l’altro lato del poliedrico problema. Si otterrebbe così più velocemente la graduale realizzazione del nostro scopo.

Ma queste sono modalità di tattica parlamentare di cui dovrà occuparsi — a suo tempo — il ministro di grazia e giustizia.

La Commissione ha il dovere di adempiere al suo còmpito nel modo ch’essa reputa, non praticamente ma idealmente, il migliore: di presentare, cioè, non inorganiche riforme parziali, ma un completo progetto di Codice per l’infanzia.... anche nel dubbio che questo progetto venga tradotto in legge.



In attesa del Codice completo, esaminiamone oggi quella parte che la terza Sotto-