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tà. Ma quando i colpevoli sono i genitori, non per questo può dirsi irresponsabile la società, giacchè ad essa tocca appunto — o dovrebbe toccare — la vigilanza sul primo dovere della famiglia che è l’educazione dei figli, ed essa dovrebbe sostituirsi ai genitori che per incosciente egoismo, per malvagità o per impossibilità vengono meno al loro dovere.

È stato già detto da Enrico Ferri e mi piace ripeterlo, che tre sono le grandi categorie dell’infanzia abbandonata:

1.a) l’infanzia materialmente abbandonata, cioè i trovatelli e gli orfani;

2.a) l’infanzia moralmente abbandonata, cioè i figli di quei genitori che non vedono nella loro prole che una losca speculazione, e li spingono alla mendicità, al vagabondaggio, al furto, alla prostituzione, — o per una inversione delle leggi di natura li odiano e l’odio sfogano in sevizie e tormenti;

3.a) l’infanzia necessariamente abbandonata, cioè i figli di quegli operaj che dovendo chiedere alla fabbrica, per la ferrea legge dell’industrialismo moderno, le ragioni della loro esistenza, sono costretti ad abbandonare per parecchie ore del giorno i loro bambini.

Queste tre categorie, che racchiudono la quasi totalità dei candidati alla delinquenza, esigerebbero ognuna — come ben si compren-