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sito dei suicidî scolastici delle cifre e dei particolari di una tal gravità da chiedersi se i genitori, e soprattutto le madri, non sono troppo spesso colpevoli nello sbarazzarsi dell’educazione dei loro bambini per affidarla agli istituti pubblici o privati.

E ritornano alla mente i versi di Sully Prudhomme, in cui è un così triste e giusto rimprovero:

On voit dans les sombres écoles
des petits qui pleurent toujours.
Oh mères, coupables absentes!



La vita di famiglia, come l’ottimismo ce la dipinge, è senza dubbio un paradiso per il fanciullo. Ma disgraziatamente in realtà anche la famiglia può convertirsi in un inferno per i bambini. Lo prova il fatto che il numero dei suicidî infantili determinati da cause famigliari è superiore a quello dei suicidî determinati da cause scolastiche.

Non parlo dei casi tragici (e forse men rari di quel che si creda) in cui il fanciullo è martirizzato: povera piccola vittima su cui si sfoga la gelosia d’una matrigna, la brutalità d’un padrigno, spesso la selvaggia incosciente crudeltà di entrambi i genitori. Sono fenomeni patologici che pur troppo non sempre arrivano