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pena! La severità ingiusta dei maestri, lo scherno dei compagni per il piccolo alunno fisicamente disgraziato o moralmente timido e debole, il «surménage» intellettuale, la paura degli esami, tutte le umiliazioni quotidiane risentite dai fanciulli orgogliosi, tutte le preferenze volontariamente o inconsciamente distribuite agli altri, e che si infiggono come punte di spillo nel cuore del fanciullo geloso, — sono registrate come cause determinanti nei, processi verbali di molti suicidî infantili.
E il collegio! Questa caserma precoce ove per comodità (talvolta per necessità) le famiglie rinchiudono i bambini che avrebbero bisogno dell’atmosfera calda ed affettuosa che solo la convivenza coi genitori e coi fratelli può dare! Ricordate ciò che scrive Renan nelle sue memorie d’infanzia? Un suo compagno morì per la tristezza d’esser chiuso in collegio. Egli stesso si ammalò di nostalgia. Lamartine ebbe, in collegio, delle tentazioni di suicidio, e se ne liberò fuggendo.
Da queste testimonianze di uomini illustri noi possiamo immaginare ciò che soffre nei collegi la folla oscura dei fanciulli che non hanno storia.
Un magistrato francese, Luigi Proal, che ha compiuto recentemente un’inchiesta molto documentata sui suicidî infantili, dà a propo-