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Come tra i suicidî degli adulti, così tra i suicidî infantili, i maschi danno una percentuale maggiore delle femmine. Anche giovanissimo, il maschio è sempre primo in ogni forma di degenerazione: nei delitto, nella pazzia, nel suicidio. La femmina lo segue a grande distanza.
Non si può dire se ciò dipenda da una ragione antropologica sessuale, o da una ragione sociale. Ma qual differenza apprezzabile può avere la società sull’anima di fanciulli e di fanciulle che appena appaiono sulla soglia dell’esistenza? In che cosa possono essere tanto diverse — per i maschi e per le femmine — le suggestioni della vita, così da trascinare al suicidio — in proporzione tripla a quella delle bambine — dei bambini di 13, di 10, di 8, persino di 6 anni? lo rinuncio a spiegare il mistero. Io mi limito a constatarlo, e a ricercare (al di fuori di questa sproporzione numerica sessuale) perchè il bambino si uccide.
Fra le molte cause, una prima divisione a farsi è quella tra le cause famigliari e le cause che chiamerò scolastiche.
Oh la scuola! questo focolare di civiltà che dovrebbe essere pei fanciulli una seconda famiglia, come si tramuta talvolta in un luogo di