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po, diventino uomini. Questa nostra vita affrettata, febbrile, accelera il corso normale dell’esistenza; e se da una parte i giovani hanno una precoce senilità, i bambini hanno una giovinezza precoce. Il fanciullo entra troppo presto nella vita: troppo presto affatica il cervello negli studî: troppo presto sciupa la sua adorabile semplicità infantile partecipando, in famiglia e in società, all’esistenza complicata, irritata, affaccendata degli adulti; e troppo presto quindi, sotto la pressione violenta di emozioni superiori alla sua età, diventa uomo: uomo per i desiderii, per le passioni, per le ambizioni, non per la forza e per la coscienza.

E da questo squilibrio fra il volere e il potere scoppia talvolta il dramma: dramma la cui catastrofe è il delitto, se il fanciullo, invece che darsi per vinto, ha la criminosa audacia di servirsi, per vivere, di mezzi immorali, — dramma la cui catastrofe è il suicidio se il fanciullo si sente mancare le forze, e in un attimo di coraggio che nasconde forse una lunga viltà fugge da un mondo ove non sa ribellarsi o soffrire.


II.


Accennato così, alle cause generali, tentiamo di analizzare le cause particolari del triste fenomeno.