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quali limiti debbano avere rispettivamente il potere dell’uno e il potere dell’altra. Noi riconosciamo — da un lato — che nel nostro paese v’è ancora una certa ripugnanza a quel sistema pubblico di denuncia che pure è così utilmente applicato altrove da ogni cittadino, per indicare alle autorità non solo, i casi gravi di maltrattamenti e di sevizie compiuti dai genitori verso i figli, ma anche ogni forma di negligenza familiare pericolosa per il bambino. E noi riconosciamo, d’altro lato, che non si potrebbe fondare un sistema preventivo di cura della criminalità giovanile, fondandosi sul rischio di denunce più o meno spassionate e sincere.

Ma appunto per questo, chiediamo una organizzazione che offra tutte le garanzie per la ricerca e la conseguente tutela dei minorenni in pericolo morale.

L’intervento dei poteri pubblici, in questo modo, è giustificato e legittimo – come sorveglianza dell’esercizio della patria potestà, — perchè serve a mettere in moto la troppo tarda e pesante macchina della legge, la quale da sola, coi suoi attuali organi amministrativi e giudiziarii, si è dimostrata insufficiente a far fronte al male che lamentiamo.

La legge altro non è se non la coscienza di quelli che non ne hanno: e noi chiediamo ap-