280Che spiccati col frutto alle percosse
Ingombrarono i solchi5; e a tal condotto
N’ha la credenza del non suo difetto,
Che le più volte il contadin negli anni
In che sterile istima a se l’olivo, 285Ogni cura dimette, e disperato
Di sua fecondità, lascialo a senno
Imboschir non guardandolo; ma ride
Di sua stoltezza chi dell’arte è mastro,
E i suoi dogli rintégra e i vasi acconcia 290Alla certa vendemmia. Altero sorge
All’opre rusticali adatto loco
Ne’ cui divisamenti e ripostigli
Varia agli usi diversi han certa sede
I rustici stromenti. Ampia si spazia 295Al discoperto ammattonata loggia
Ove il gran si disecca, e pria che al solco
Confidisi, col vaglio cernitore
Si sperimenta. Utili a mille uffici
Camerette vi sono, a cui commessa 300È la custodia dei serbati frutti
Al tardo verno, onde si allegra il fine
Di genial convito; i semi in altre
Ammontati si stanno, e alle pareti
Pende l’alio mordente e lo scalogno. 305Sotto coverto presso l’aja giacciono