La crescente speranza, o Cidnéo Mella,
Il preso stile seguitando, aperto 100Sarà per me come si coglia il frutto,
E come a galla della tepid’onda
Il biondo olio vaneggi. Umili cose
Forse al vulgo parran, queste ch’io vergo
Con sì nobili versi, e spargo ed orno; 105Ma lodato è chi aggiunse a cose umìli
Alcun pregio dell’arte, ed infecondo
Campo volgendo, non sperata messe
Dagli sterili solchi a se raccolse.
Poiché dunque giovato hai tu gran Diva 110Del tuo favor la pianta, e curve stanno
Carche le frondi dei maturi frutti,
Pria che preda agli augelli, o dalle prime
Piogge dai rami scossi a terra caggiano,
Come suole avvenir nei freddi tempi, 115Cogliansi alfine. Il tordo avido assedia,
Lo stonel rapacissimo, ed in petto
La notata di sangue irondin vaga
Dalla dolce pinguezza delle bache
Tratti, si stanno attorno rubacchiando 120L’altrui fatiche. D’altra parte sorge
Il torbid’austro, e le perpetue adduce
Ingrate piogge, e i giorni brevi e tristi
E le gelide nebbie. Altri cui doma