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libro terzo 63

Raccapriccio nell’anime si getta,
E di fredde paure, e di sospetti
E di liti, e di sangue empie la terra.
Non voler dell’Erinni empia le vie
310Seguir tu pure, cui del caro frutto
Fu prodiga la pianta, a lei negando
Il richiesto concime, o gretta e nuda
Povertà nelle frondi, e di Minerva
Avverso il nume, e lungo tempo avrai.
315Dell’imbrifero autunno a metà cade
Abbondevole pioggia, pria che il verno
In neve la rapprenda, e la virtude
Degl’ingrassi risolve in se medesma,
A cui commisti penetrando passano
320All’infime radici. Inutil sempre
E dannevole spesso in primavera
Tornò il concime; ossia che in ciel non esca
Benigno nembo, o che piovendo aggeli
Quando al settentrional fiato sereno
325Nelle fredde mattine il bosco freme.
Molte ragioni ancor più ch’io non dico
Addurti finalmente or qui potrei,
Che l’util manifesto a te paresse
Del concimar l’autunno, e molti ancora
330Precetti e modi che il diverso clima
E la terra diversa a te domanda