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60 degli ulivi

Al ceppo quella terra che dal molto
Produr sia stanca, e che sfruttata e munta
230D’ogn’interna virtù vi giaccia inerte;
Ed altra ne riponi ottima, e tolta
Dal più vicino campo, o sia maggese,
O l’alternar de’ lunghi soli estivi,
E de’ verni il rigor fertil la renda.
235Ma nell’ opra gentil fa che non guasti
L’indiscreto badile, e franga
La sotterrata zocca, e le verméne
Che di quella non viste escon dai lati
Con molli avvolgimenti. Un lieve insulto,
240Piccola offesa alle radici, è morte
All’arbor tutto, che non fanno i tagli
E le ferite al tronco ed alle frondi.
Come se lieve punta che nel corpo
Nota appena saria, discende al core,
245E quelle arcane sedi della vita
Turba minimamente, ecco l’uom more;
Così se ferro ingiusto alle radici
Reca alcun danno mai, da sommo ad imo
Pel malvagio contatto arida fassi
250L’intera pianta. Ma sì reo periglio
Poichè dato è schivar, se del concime
Non eccede il valore, ed ammanito
Ove dessi adoprarlo a te si mostra