20Istro al bifronte augel ruppe l’artiglio,
Fra noi fermata è pace. E se d’averno
Stolta furia infiammar l’alme si estima
Dei già vinti nemici a cui mal piace
Libera Italia, a certa guerra incerta 25Non seguirà vittoria, or che dei forti
Veglia il poter nel bel regno ove siedi.
E qui se luogo a rammentar tue lodi
Permettesse il mio dir, de le tue molte
Virtù diria, siccome amor m’ispira; 30Che ben chiare a noi fur quando di lieve
Orma segnando il mio caro paese,
La fra l’altre diletta al tuo gran Padre
E di studj fiorente alma cittade,
Di ch’io mi vanto, ti accogliea fra i plausi 35Del forte invitto popolo. Inusata
Gioja si sparse, e rivocò sul ciglio
De’ più feroci il pianto. A Te d’intorno
Dell’armigera Brenno si raccolse
Il fior di giovanezza, e a Te dall’onde 40Stese la destra il triumpellino Mella,
E Salve ei Ti dicea, Salve o di Numi
Prole, o d’Italia speme, o al ciel diletta
E alla terra non meno inclita Donna.
Quivi candida fede, e cortesia, 45E verace modestia, ed onestade,